mercoledì 18 luglio 2012

Il campo di intervento del logopedista


I campi di intervento riabilitativo del logopedista, fino ad oggi, sono  sempre stati identificati e considerati solo in ambito patologico. Solo da poco tempo, e non perché fosse stato sempre così, il logopedista rientra come una figura professionale richiesta per l’abilitazione della voce artistica. La credenza comune è quella di ricorrere al logopedista solo in caso di “ rischio patologico” , ma l’esperienza maturata , soprattutto negli ultimi anni vede il logopedista (riconosciuto meglio con il nome di vocal trainer) lavorare al fianco di maestri di canto registi, attori ,cantanti, giornalisti, doppiatori…..insomma abbiamo un gran da fare!!!


Possiamo dire quindi, considerando  ora i cantanti, che nella vita professionale di un artista l’attività del logopedista e del maestro di canto dovrebbero intersecarsi.Ma ritorniamo alla realtà, a tutt’oggi la logopedia arriva purtroppo quando la patologia è gia in atto, ovvero quando si è gia verificato “l’incidente di percorso” nella carriera del cantante. Cercherò quindi di spiegarvi qual’è il meccanismo con il quale si instaura e si mantiene generalmente una disfonia funzionale. La prima cosa che si fa quando la voce “non suona bene” per qualsiasi ragione è di forzarla affinché “esca ugualmente”. Tale sforzo fisico si traduce all’inizio in un momentaneo miglioramento della voce, ma al prezzo di uno sforzo che sfocia progressivamente  in una diminuzione di rendimento, ovvero del rapporto -qualità vocale/dispendio di energia-. 


Generalmente questo stato conduce ben presto ad una riduzione  volontaria della produzione vocale, sino al ripristino di condizioni più favorevoli per la fonazione.In altri casi invece il soggetto continua ad aumentare il proprio sforzo, proporzionalmente all’abbassamento del rendimento vocale: in questo modo, meno facilmente si produce la voce, più si sforza e, più si sforza, meno facile diviene produrre la voce. Questo rappresenta il comune circolo vizioso dello sforzo vocale, il quale può così deteriorare la funzione vocale sino a giungere ad una disfonia grave, oppure all’afonia. Potremo evitare tutto questo utilizzando preventivamente un programma di prevenzione e di training logopedico.Molte sono le  specifiche competenze logopediche nell’ambito dell’educazione vocale nei professionisti della voce.La finalità dell’intervento logopedico è sicuramente l’autonomia del discente  nella gestione, nello sviluppo e nella salvaguardia delle proprie risorse vocali.In vista di questa finalità è importante privilegiare l’atteggiamento educativo su quello addestrativo.


Educare significa:

  •  rendere consapevole il soggetto delle proprie possibilità e dei propri limiti;
  • insegnare a riconoscere i comportamenti devianti e a produrne di corretti nelle diverse occasioni.


Nell’addestramento, invece, si propone l’utilizzo di un modello senza far appello alla capacità critica, senza risvegliare quella “intelligenza” corporea che è poi il vero scopo di ogni educazione che riguardi la voce.


I punti su cui specificamente si trova ad agire il logopedista sono i seguenti:

  •  Respirazione;
  • Postura;
  • Vocal tract;
  • Attacco del suono;
  • Voce (in collaborazione con il maestro di canto);


inoltre egli è deputato :

  • A fornire norme di igiene vocale;
  • A indicare strategie di autosalvaguadia;
  • A monitorare  gli allievi durante il loro percorso.


Possiamo dire quindi che nella vita professionale di un cantante l’attività del logopedista e del maestro di canto dovrebbero intersecarsi.Ma ritorniamo alla realtà, a tutt’oggi la logopedia arriva purtroppo quando la patologia è gia in atto, ovvero quando si è gia verificato “l’incidente di percorso” nella carriera del cantante. Cercherò quindi di spiegarvi qual’è il meccanismo con il quale si instaura e si mantiene generalmente una disfonia funzionale. La prima cosa che si fa quando la voce “non suona bene” per qualsiasi ragione è di forzarla affinché “esca ugualmente”. Tale sforzo fisico si traduce all’inizio in un momentaneo miglioramento della voce, ma al prezzo di uno sforzo che sfocia progressivamente  in una diminuzione di rendimento, ovvero del rapporto -qualità vocale/dispendio di energia-. 


Generalmente questo stato conduce ben presto ad una riduzione  volontaria della produzione vocale, sino al ripristino di condizioni più favorevoli per la fonazione.In altri casi invece il soggetto continua ad aumentare il proprio sforzo, proporzionalmente all’abbassamento del rendimento vocale: in questo modo, meno facilmente si produce la voce, più si sforza e, più si sforza, meno facile diviene produrre la voce. Questo rappresenta il comune circolo vizioso dello sforzo vocale, il quale può così deteriorare la funzione vocale sino a giungere ad una disfonia grave, oppure all’afonia.